venerdì 17 giugno 2011

Grandi ritorni,forse.

Sono circa 28 anni che sono al mondo.
Di questi 28,se sommo tutti i momenti che ho passato assieme a genitoreassente,credo che si arrivi a malapena a 6 anni.
Lui che ha sempre voluto rincorrere i suoi sogni,che ci ha insegnato a non arrenderci mai,che se si ha un idea nella testa bisogna andare contro tutto e tutti e portarla avanti,anche se poi quando arrivi alla fine del cammino ti accorgi che poi non è che tu avessi proprio ragione.
Lui che ha voluto per noi questa vita strana.Fatta soprattutto di conoscenza,di mente aperta e spirito di avventura.
Lui che pur non essendo presente nel quotidiano ha condizionato tutta la mia vita.

Ricordo ancora l'estate dei miei 12 anni quando per affrontare il "problema delle vertigini" mi ha trascinata in una non-stop di giornate in montagna,al grido di "se ci vai spesso prima o poi ti abituerai e non avrai più paura" mi sono fatta tutta la catena del GranSasso,CornoGrande compreso altezza massima raggiunta 2914,mi sono appassionata alla montagna ma la paura è rimasta lì!

I pomeriggi passati a ad ascoltarlo mentre ci leggeva le poesie di García Lorca.

Le sue regole di base per la vita della casa: "in casa non far entrare MAI preti o carabinieri!".

La strana fissazione di far viaggiare la famiglia in aerei separati,che non si sa mai.Complicando OVVIAMENTE ogni spostamento all'inverosimile.

Non c'è niente da fare,è una presenza unica,ingombrante ed invadente.Quando c'è lui non c'è molto spazio per gli altri.
E io sono sempre stata abituata a viverlo con un filtro,perchè la distanza ha attutito i normali attriti che ci sarebbero stati tra genitori e figli.Perchè nel poco tempo che si ha a disposizione per vedersi,si mettono in luce e si vivono solo le cose belle,quelle brutte ognuno le vive per se,nel suo piccolo.E tra alti e bassi ha sempre funzionato.
Certo non è mai stata una figura presente su cui contare,ma comunque rimane mio padre.

Mio padre che tra poco più di un anno compierà settant'anni e che un pò inizia a pensare al futuro.(si si ha inizato presto a pensarci!!ma meglio tardi che mai!)
E in questo futuro,fatto di una salute un pò ballerina,e di bisogno concreto di assistenza,ha deciso di rientrare nel Suo paese per la pensione,che poi,mi fa ridere quando dice di essere Italiano,lui che ha 69 anni e che 51 di questi li ha passati all'estero in giro per il mondo.
E in questo anno di cambiamenti,novità e decisioni drastiche,credo proprio che per natale me lo vedrò sbarcare all'aeroporto con la sua compagna pocopiùchetrentenne per iniziare una nuova fase della nostra vita.
Non riesco proprio ad immaginare cosa significhi averlo vicino a casa,non fare più conti assurdi per i fusi orari,vederlo nel quotidiano,avere un papà.
Vedremo,al momento non l'ho presa proprio benissimo.

4 commenti:

  1. sarei destabilizzata anche io come te. in ogni caso non vale la pena fasciarsi la testa, si fanno dei tentativi; male che vada continuate a tenervi a distanza (fisica ma non emotiva, mi pare di capire), come avete fatto fino ad ora

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  2. ti posso capire. anche se la distanza che mi riguarda è di qualche centinaio di km.

    Il giorno in cui lo vedrai sbarcare in aeroporto, un bel respiro profondo e vai incontro alla tua (vostra) nuova avventura. Di certo non sarà sempre rosa e fiori ma penso che siate grandi abbastanza per (ri)trovare un vostro equilibrio.
    Un abbraccio.

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  3. Il mio non c'è più.. E quando se ne è andato mi sono resa conto di tante cose che avrei voluto dirgli.. Non avevamo un rapporto idilliaco ma era papà nei sorrisi e nelle liti, nei momenti sì e in quelli no.. Mi ci è voluto tanto tempo per realizzare che se n'era andato per sempre..Avrei voluto avere ancora un giorno in più..

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